ADHD: cosa significa?

Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (DDAI o ADHD – Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è uno dei più comuni disturbi evolutivi, la cui percentuale stimata si situa intorno al 2- 5%.

Si tratta di un disturbo evolutivo dell’autocontrollo di origine neurobiologica che interferisce con il normale sviluppo psicologico del bambino e ostacola lo svolgimento delle comuni attività quotidiane. Tale disturbo riguarda l’autocontrollo proprio perché molto spesso il bambino non riesce a orientare i propri comportamenti rispetto a quanto atteso dall’ambiente esterno.

L’ADHD si manifesta principalmente con una serie di sintomi, tra cui:

  • Deficit attentivo: i bambini con ADHD presentano soprattutto difficoltà nel mantenere l’attenzione nel tempo e nel passarla rapidamente da un compito all’altro. Ciò è dovuto all’incapacità di gestire adeguatamente l’attenzione secondo le richieste dell’ambiente (autocontrollo dell’attenzione).
  • Iperattività: eccessivo e inadeguato livello di attività motoria che si manifesta con una continua irrequietezza. I bambini con ADHD muovono continuamente le mani e i piedi, non riescono a stare seduti tranquillamente o a stare fermi quando le circostanze sociali lo richiedono.
  • Impulsività: incapacità ad aspettare o ad inibire risposte o comportamenti che in quel momento risultano inadeguati. Nei bambini con ADHD, l’impulsività si manifesta con eccessiva impazienza, grande difficoltà nel controllare le proprie reazioni e frettolosità nel rispondere alle domande degli insegnanti.

Spesso i primi sintomi dell’ADHD si manifestano intorno ai tre anni e le difficoltà aumentano con l’ingresso nella scuola quando al bambino vengono richieste maggiore regolazione del proprio comportamento, maggior concentrazione e impegno. Il disturbo tende a non recedere spontaneamente; spesso si ha, invece, una rimodulazione della sintomatologia che diventa meno invalidante ma permane in circa il 70% dei casi, almeno come un senso di irrequietezza e un deficit nell’attenzione sostenuta.

I bambini diagnosticati come ADHD hanno difficoltà ad organizzarsi e a pianificare compiti che richiedono sforzo mentale e concentrazione. Spesso dimenticano il materiale scolastico o la consegna relativa al compito a causa di altri stimoli che catturano la loro attenzione, con conseguente difficoltà nel ridirezionarla a ciò che stavano facendo precedentemente.

Altri bambini non presentano una specifica caduta attentiva, ma manifestano una microattività motoria costante caratterizzata da una necessità fisica e fisiologica di muoversi e da un’impulsività che può essere sia cognitiva che comportamentale.

Possono, inoltre, essere presenti sintomi secondari, dovuti spesso al non riconoscimento del disturbo e ad una mancanza d’intervento adeguato. Si tratta principalmente di: deficit cognitivi relativi all’elaborazione dell’informazione, difficoltà scolastiche, scarsa motivazione. L’ADHD presenta alta comorbilità con i disturbi dell’apprendimento, e con il disturbo oppositivo e provocatorio.